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'U2. IN THE NAME OF ACHTUNG BABY'... I PENSIERI DI ANDREA MORANDI SU AB!

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Messaggio  santips Lun Ott 31, 2011 10:14 pm

In occasione dell'uscita odierna del ventennale di Achtung Baby abbiamo fatto 2 chiacchere con chi ama talmente tanto gli U2 al punto da passare parte della propria vita a scriverci sopra un bellissimo libro. Stiamo parlando di Andrea Morandi autore dell'ormai famoso 'U2. The Name Of Love.' divorato da moltissimi fan italiani e non solo. Andrea lo abbiamo conosciuto ed apprezzato in occasione dell'incontro sul suo libro tenuto a Firenze a Febbraio al 2° Raduno Ufficiale di U2Market. Ringraziandolo per la sua consueta disponibilità eccovi le nostre 4 chiacchere su Achtung Baby e sul futuro degli U2.

Ciao Andrea. Grazie della tua disponibilità. La prima domanda che vorremmo farti è: Andrea Morandi nel 1991. All'epoca eri già un giovanissimo fan degli U2 che venivano da un grande periodo in cui avevano sfornato album come The Joshua Tree e Rattle & Hum. Quali furono le tue prime sensazioni all'uscita di Achtung Baby 20 anni fa?

Ciao Davide, un saluto a tutti voi di U2Market. Nel 1991 avevo quindici anni, conoscevo gli U2 di Joshua e Rattle, ma il treno di Achtung Baby mi portò via con una potenza imprevista: nessun disco prima di quel momento era riuscito a fotografare la mia vita con tanta precisione. Dentro c'era tutto: i sogni, gli incubi, le speranze, il futuro, tutto unito e proposto come un'enorme massa scura sonora che ti cadeva addosso e ti lasciava a terra solo con domande. Un magma compatto che non dava risposte, e ancora non ne da, ma era come uno specchio che ti metteva davanti a quello che eri.

Nel tuo libro 'U2. The Name Of Love.' inizi a parlare di Achtung Baby con la famosa frase di Bono: 'Che suono ha Achtung Baby? Secondo me quello di quattro tizi che cercano in tutti i modi di tirare giù a calci il Joshua Tree'. Secondo te ci sono riusciti? Gli U2 sono riusciti con Achtung Baby ad abbattere il Joshua Tree?

Lo hanno abbattuto, tagliato a pezzi e poi anche bruciato. La grandezza degli U2 è tutta in quei due anni in cui sono passati da un singolo come All I Want Is You ad uno come The Fly. Chi l'avrebbe fatto? E' stato un azzardo che poteva costare loro la carriera, quando avrebbero potuto senza difficoltà registrare altri due dischi con lo stesso suono di Joshua Tree. Gran parte della mia stima verso gli U2 viene da questo momento. E anche da quell'altra scommessa folle e geniale che si chiama Pop.

In queste settimane tutti noi siamo immersi in Achtung Baby in balia di sensazioni, ricordi, emozioni e anche qualche rimpianto. Quali sono le tue sensazioni OGGI in questo periodo di full immersion in Achtung Baby?

Che è un disco che è invecchiato talmente bene da essere più attuale oggi di allora. Guardate le immagini della crisi economica, della gente che occupa Wall Street, dei milioni di ragazzi che vogliono solo credere ai loro sogni. Poi fateci scorrere sopra le note di Acrobat e capirete che non è un pezzo del 1991, è stato scritto oggi e poi rimandato indietro nel tempo. Tipo Ritorno al futuro.

Quale è invece la canzone di Achtung Baby che non potresti proprio lasciarti alle spalle... la tua preferita insomma e perchè.

Domanda difficile, perché ognuno di noi ne ha una anche in un disco del genere che sembra un greatest hits. Ho un debole per Unitl The End Of The World, ma è ancora Acrobat il fulcro del disco, il pezzo che ancora oggi mi inquieta con quel vortice che parte e che tira dentro tutto: No new ideas in the house and every book has been read. In Acrobat c'è tutto Bono, tra ondate di disillusione e di rabbia, cinismo e speranza, è il manifesto di almeno due generazioni.

Sicuramente avrai letto le recenti interviste di Bono in cui appare quasi malinconico, quasi avesse bisogno di nuovi stimoli per trovare la voglia di sfornare un album grande quanto Achtung Baby. Pensi che anche Bono sia rimasto stupito a distanza di 20 anni di quanto sia grande questo album e che questo gli abbia fatto in qualche modo rivalutare i più recenti lavori della band?

Sì, lui stesso ha detto di essere rimasto impressionato dai demo originali di AB. Bono e gli U2 devono ritrovare il gusto dell'azzardo che hanno perso, sia perché negli ultimi anni hanno portato in giro un meraviglioso baraccone da cui però dipendevano 4mila persone sia perché da dieci anni Bono sta a metà sul gruppo e a metà in politica. Devono sognare di nuovo tutto, sentirsi liberi anche di sbagliare e ritornare a essere quel gruppo di pazzi capaci di sfornare singoli e video senza nemmeno il cantante dentro (Numb) o di presentarsi agli MTv Awards e fare una versione di sei minuti di un pezzo difficilissimo (Mofo). Io amo quegli U2, amo quel Bono lì, il bullo irlandese che ogni volta che si sente in difficoltà tira fuori il dito medio, alza il livello e poi dice: "E adesso vediamo se riuscite a seguirmi anche qui". Infatti nessuno è riuscito a superare Achtung Baby negli ultimi vent'anni e chi è riuscito ad avvicinarsi (i Radiohead con Ok Computer) lo ha fatto partendo proprio da quel disco, e questo senza dimenticare che gli U2 con Pop hanno anticipato la svolta electro di Kid A dei Radiohead di tre anni.

Tra le altre dichiarazioni lette in queste settimane anche un pò di allarmismo (forse dettato dalla separazione shock dei Rem) alimentato da alcuni articoli che vorrebbero gli U2 prossimi alla pensione. Secondo te invece quali U2 ci aspettano nel futuro?

Ci aspettano quelli di Fez/Being Born e non quelli di Magnificent. Gli U2 per sorprendere devono innanzitutto sorprendersi. Da questo punto di vista sono fiducioso, credo che lo stesso No Line On The Horizon con un po' più di coraggio (fuori i pezzi banali, dentro Winter e molto altro) sarebbe stato un grande album. E poi non dimentichiamo che l'ultima canzone di quel disco, Cedars of Lebanon, è una delle cose più belle scritte dagli U2 negli ultimi dieci anni. Con il prossimo disco Bono vorrà dire a tutti che, artisticamente, gli U2 sono ancora uno dei gruppi a cui guardare. Conoscendone l'ambizione e la determinazione è davvero difficile che non ci riesca.

santips

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