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Bono scrive per 'Le Monde'

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Messaggio  santips Sab Gen 29, 2011 11:09 pm

Oltre alla sua continua presenza come editorialista per il New York Times, Bono ha scritto un articolo anche per Le Monde, uno dei più famosi quotidiani in Francia.

La colonna, esorta il presidente della Francia Sarkozy ad agire su questioni umanitarie care al cuore di Bono.

Traduzione dell'articolo di Bono su Le Monde:
"M. le Prèsident non manca di energia. Questa settimana sarà scattante al World Economic Forum a Davos per il African Union Summit in Addis Ababa senza rompere la sua andatura o, si immagina, senza una goccia di sudore. C'è qualche strano carburante che lo spinge... potrebbe essere lui stesso una potenza nucleare? E' una disintegrazione nucleare quella che sta accadendo dentro il suo reattore? Dovrebbe il IAEA mandare una delegazione all' Eliseo?
Qualunque sia la sua origine, un bel po' dell'energia del Presidente Sarkozy -come vedremo di nuovo questa settimana- è stata diretta verso il mondo in via di sviluppo, in particolare verso l'Africa Sub-Sahariana. Ha avuto molto da dire su questo argomento da prima che diventasse presidente nel 2007. Mi ricordo di lui ad un vertice del G8 di allora, il picchiettio dei piedi e il ginocchio rimbalzate come è venuto fuori dal brainstorm con Youssou N'Dour per trovare modi migliori per battere la povertà estrema. A suo merito, Sarkozy ha chiarito che era disposto ad incontrare la comunità attivista, e aveva la mente piena di idee da condividere. Voleva esaminare cioè che funzionò in fase di sviluppo e gettare a mare il resto; di andare oltre alla vecchia politica verticale Francia-Africa e ottenerne una orizzontale; e di costruire partnerships motivato non dal senso di colpa per quanto riguarda il passato, ma con ottimismo per il futuro.
Finora, il discorso di trasformazione non si è trasformato in un'azione di trasformazione.
Queste parole non lo stupiranno e non lo offenderanno. E' il primo politico -certamente il primo capo di stato- che mi ha dato il permesso di, a parole sue, "torturarlo". In un momento privato mi incoraggiò a fare rumore e schiacciare il clacson per richiamare l'attenzione su questi temi. "So che devi torturarmi", ha detto. "So che devi dare l'allarme". Be, io non sono uno che non accetta una sfida; specialmente quando chi la lancia è in una posizione migliore della mia -gli africani stessi stanno affermando che la Francia deve di ascoltare e fare attenzione.
Perciò eccomi. Con il loro permesso, passo a questi pensieri.
Lo faccio come un grande credente in quel che il presidente potrebbe fare.
Dopo tutto, lui è alla guida del G8 e del G20. Ed è ancora pieno di energia. Ha qualche non-così-segrete-armi da schierare. Come Christine Lagarde. E Carla. La moglie del presidente è la forza dietro il grande impegno della Francia al Global fund per battere AIDS, TB e malaria. Sarkozy ha idee intelligenti, come finanziamenti innovativi, e il migliore controllo globale. E lui fa grandi discorsi.
Ma "non è una questione di fare discorsi, è una questione di decidere".
Non ho detto io questo. Il presidente stesso l'ha detto - al UN's Summit sul Millenium Development Goals lo scorso Settembre- e lui ha sicuramente ragione. E' tempo di decidere in fretta per l'uomo francese. E' tempo di opportunità per Sarkozy, per la Francia, e per il mondo. Se si ascoltasse ai leaders africani, agli imprenditori e agli attivisti -ci sono almeno tre grandi aree in cui la Francia ha bisogno di comandare in questo momento.
Il primo è il governo. L'Africa è ricca di risorse naturali ma raramente gli africani (salvo alcuni funzionari corrotti) si arricchiscono sulla loro estrazione. Nel frattempo il denaro mancante alimenta conflitti in tutto il continente. La trasparenza potrebbe cambiare la situazione. Potrebbe reindirizzare i ricavi per avviare economie e investimenti in lavoro, salute e educazione. Gli USA -pungolati dagli attivisti come quelli di ONE e visionari come George Soros- recentemente hanno passato leggi storiche secondo cui le compagnie energetiche devono "pubblicare quello che pagano" per i funzionari. Questa è una grande cosa. Potrebbe essere ancora piu' grande della cancellazione del debito, in termini di denaro libera la lotta contro la povertà. Non costa gli USA un singolo dollaro, e non sarebbe costato alla Francia o all'Europa un singolo euro adottare la stessa legge e renderla obbligatoria.

In secondo luogo, i vaccini. Questo potrebbe essere un grande anno per la scienza medica. Due nuovi vaccini, già pronti per il lancio, sono la migliore speranza che abbiamo mai avuto per fermare un paio di assassini di massa: pneumococal, che uccide circa 80.000 bambini l'anno, e rotavirus, che ne uccide un altro mezzo milione. Su questo devo fare rumore, M. le Prèsident, e non suona come un'applauso. Come accellerare i piani per il ribasso e promesse sotterrate - in Francia e in altri Paesi- le cliniche africane sono a corto di farmaci salvavita, le condanne a morte sono state ripristinate, e la promessa di nuove vaccinazioni sta per perdersi. Bill Gates pensa che si debba stare al pari della Francia in termini della sua generosità verso il Fondo Globale e del rinnovato sostegno per il Global Alliance for Vaccines and Immunisations. Penso che Bill Gates sia un uomo molto intelligente.

E in terzo luogo, l'agricoltura. I leaders mondiali hanno ragione a preoccuparsi dei prezzi degli alimentari nel mondo in via di sviluppo e circa gli speculatori di materie prime. Le riforme ci saranno da aiuto. Ma, come il presidente ha giustamente sottolineato e ha affermato nel 2008 a L'Aquila, gli investimenti in agricoltura sono LA cosa. L'Africa non ha solo bisogno di un prezzo equo per i prodotti alimentari provenienti da altri paesi. Ha bisogno di costruire la capacità di crescere al di sopra delle sue possibilità. Questa regione ha il potenziale per alimentare non solo il suo popolo, ma milioni di altri in tutto il mondo, se solo si formassero le giuste partnership con e per gli agricoltori dell'Africa.

Azioni contro questi tre fronti -corruzione, salute e fame- porterebbero il presidente Sarkozy molto piu' vicino al regno della trasformazione.

Il presidente è un uomo in movimento -rimbalza, svolazza, rigirando come un pugile. Questo tipo di movimento potrebbe essere piu' emozionante da guardare, ma se alla fine non dovesse vincere (e lasciare il suo oppositore, quella brutta faccia della povertà, ancora in piei), bene, sarebbe uno spreco. Uno spreco di intelletti dei piu' talentuosi politici, e di questa storica opportunità per trasfromare la vita che vive nella consapevolezza delle scelte prese o no. Ciò che occorre ora, credo, non è l'energia cinetica, ma il movimento -costante, determinato e con lo scopo di spingere- che fa cadere gli ostacoli e procedere verso il premio di una nuova collaboraizone del 21simo secolo con il mondo in via di sviluppo che lascia il patrocinio del 20simo secolo alle spalle.

Quello che ho sentito chiedere dagli africani alla Francia è di aiutare a fornire quella sorta di movimento. Questo è quello che l'Europa e il mondo hanno bisogno dalla Francia, anche. E, mi permetto di aggiungere, un po' audacemente, è ciò che la Francia ha bisogno dalla Francia. Povertà, fame e malattie in Africa: queste sono gli oneri condivisi, i rischi condivisi per la nostra sicurezza ed economia, affronti condivisi alla nostra moralità. E le opportunità in Africa: queste sono in comune.

Sappiamo che la testa di Sarkozy è aperta q eusto. Sappiamo dov'è il suo cuore.
E' il suo passo quello che guarderemo."

Ci sono inoltre segnalazioni che Bono stia partecipando al World Economic Forum di Davos. Si attendono news al riguardo.

Fonte: atu2.com


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